Venti tra contratti di lavoro, tirocini, corsi di formazione e lavoro volontario a beneficio di persone che stanno scontando la loro pena fuori dal carcere, con le cosiddette misure alternative, o l’hanno già terminata. Nello stesso periodo, 70 persone prese in carico tra adulti (59) e giovani adulti (11), 54 imprese e cooperative incontrate e contattate e 31 che hanno dato la disponibilità a offrire lavoro a chi ha avuto problemi con la giustizia. Ventisei i colloqui di lavoro effettuati. Senza dimenticare le 8 persone che, dopo o durante un’attività di accompagnamento, sono state in grado di trovare lavoro autonomamente.

Questi numeri, come i numeroni individuati anche nella fotografia di copertina,sono alcuni dei risultati raggiunti nel 2024 dal Progetto Impresa Accogliente, promosso dall’organizzazione torinese di volontariato La goccia di Lube ETS, con il sostegno finanziario della Regione Piemonte, partito nel giugno scorso, che ha permesso di destinare due persone a tempo parziale all’organizzazione degli interventi. Il primo bilancio del progetto è stato presentato il 12 dicembre a Torino nel salone incontri dell’Ufficio pastorale migranti dove l’associazione La goccia di Lube, capofila del network, opera con colloqui e riunioni. Al convegno hanno partecipato il consigliere regionale Silvio Magliano, le direttrici dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna e dell’Ufficio servizio sociale per i monirenni, Antonella Giordano e Laura Angius, e il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Torino, Marco Viglino.

L’iniziativa del Progetto Impresa Accogliente vuole dare una risposta a un fenomeno rilevante ma ai più sconosciuto, quello delle persone che scontano all’esterno del carcere gli ultimi o alcuni periodi di detenzioneIn Italia a fine 2023, erano intorno alle 70 mila unità, almeno quanto – se non di più – i detenuti ristretti in carcere, di cui circa 3000 nella sola area del Torinese e dell’Astigiano, competenza dell’Uiepe di Torino (Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna) e circa 5000 in tutto il Piemonte. Una realtà da affrontare in modo serio e risoluto.

Queste persone sono tra noi, anche se non ce ne accorgiamo, e sono tante – dice Bianca Eula, responsabile della presa in carico degli utenti e per i volontari, che proprio con loro, ogni giorno, è al fianco delle persone che scontano la pena fuori dal carcere, segnalate da Uiepe di Torino e Ussm (Ufficio servizio sociale per i minorenni) –. Scontando la pena fuori dal carcere, hanno spese da affrontare, come noi tutti. E, senza avere un lavoro, sono a forte rischio di recidiva. Il lavoro è per loro una vera chance di rinascita. Ma per potervi accedere, hanno bisogno di essere accompagnati anche per i dettagli più scontati: non avere la patente, ad esempio, significa essere tagliati fuori da una lunga serie di opportunità. Quindi, come Associazione, cerchiamo anche enti disponibili a finanziare il corso di guida, il cui costo è spesso insostenibile per queste persone. Si tratta, inoltre, di persone molto spesso con bassa scolarità e che debbono ricostruirsi una cultura del lavoro. I nostri volontari le affiancano in ogni fase e le aiutano a ritrovare la fiducia in sé stesse, oltre che gli strumenti necessari per superare questi limiti.

Dei 70 soggetti tra uomini e donne presi in carico a oggi dall’associazione, 20 sono sottoposti a detenzione domiciliare, 36 sono in affidamento in prova al servizio sociale, 1 in libertà vigilata e 2 sono in stato di messa alla prova. Le altre 11 persone sono giovani adulti sottoposti a misure alternative specifiche.

Appena prendiamo in carico queste persone – dicono Adriano Moraglio e Dario Valenzano, rispettivamente presidente e vicepresidente de La goccia di Lube – facciamo dei colloqui per capire le loro competenze e aspirazioni in modo tale da poterle valorizzare. Durante questi colloqui abbiamo individuato una prevalenza di professionalità legate all’edilizia, alla piccola manutenzione, alla manovalanza e alla ristorazione. L’età media degli adulti colloquiati si aggira intorno ai 40 anni, mentre i giovani adulti sono 20enni.”

Abbiamo bisogno di aziende coraggiose – è l’appello di Silvia Lessona, a cui sono affidati i rapporti con cooperative e imprese – Con altri volontari abbiamo lavorato in questi mesi per costruire una rete di soggetti imprenditoriali disposti a scommettere sul positivo, a superare gli stereotipi sulle persone che hanno sbagliato. Ad oggi abbiamo effettuato 75 incontri con singole imprese, cooperative, enti datoriali e finora sono 31 le imprese e coop tra le 54 incontrate e contattate che si sono dette disponibili a diventare imprese accoglienti. Attualmente sono sei le imprese profit o le coop sociali che hanno dato lavoro a queste persone, fregiandosi tra l’altro, della targa Impresa Accogliente prevista dal Progetto. Tali numeri, per quanto ancora minimi, sono incoraggianti e danno la misura del lavoro che deve essere ancora compiuto dal Progetto Impresa Accogliente a fianco degli imprenditori.”

La prima azienda che ha ottenuto il riconoscimento di “Impresa Accogliente” è la Market Service di Givoletto, specializzata nell’allestimento di grandi magazzini e supermercati in tutt’Italia. Altre targhe di “Impresa Accogliente” sono state attribuite a: The Promoland di Volpiano; la cooperativa Raggio di Torino; la cooperativa Frassati; la coop sociale Barbara B di Torino e Cooperativa Amico, di Almese.

Tra i parner del Progetto Impresa Accogliente spiccano anche i nomi di Unione Industriali Torino attraverso il Tavolo De&i (Diversity, Equity and Inclusion), Api Torino e Api FormazioneConfcooperative Piemonte Nord, Confesercenti TorinoCollegio costruttori Ance Torino e la sua scuola edile, la Fsc, e poi l’Agenzia Piemonte Lavoro con i suoi centri per l’impiego dell’area metropolitana torinese, la Compagnia delle OpereL’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, le agenzie formative Immaginazione e Lavoro e Casa di Carità Arti e Mestieri, l’agenzia per il lavoro Adecco con la sua sezione Diversity and Inclusion. Sostiene il Progetto anche Volontariato Torino.

Confronti sono in corso con altre realtà esterne al Progetto, come Unimpiego Torino, il centro formativo salesiano Cnos-FapConfartigianato TorinoConfagricoltura Torino e Scuola Camerana, per ampliare la ricerca di opportunità lavorative e formative per le persone sottoposte a misure alternative al carcere.

Centrale è dunque per i volontari de La goccia di Lube poter trovare posti di lavoro, con tirocini e assunzioni, che permettano a chi è in detenzione domiciliare o in affidamento in prova al servizio sociale, oppure in libertà vigilata (le tre principali situazioni giuridiche sulle quali interviene il Progetto), di poter sopravvivere al rientro nel mondo sociale e di poter respingere le lusinghe di una possibile reiterazione dei reati che avevano portato tali persone a essere condannate e rinchiuse in carcere. Un beneficio per il singolo e per l’intera società. Un intervento che va incontro al bisogno di sicurezza sempre più avvertito tra la popolazione.

L’associazione La goccia di Lube, anche grazie al Progetto Impresa Accogliente, ha aderito recentemente alla piattaforma Torino social impact.

numeri del 2024 La goccia di Lube