Lunedì 11 novembre, dalle 14.00 alle 16.00, si terrà “Impact journalism: storie che fanno la differenza”, il terzo webinar organizzato nell’ambito dell’iniziativa Torino Impact Journalism, patrocinata da Social Impact Agenda per l’Italia.
Il corso vedrà la partecipazione di giornalisti ed esperti che si confronteranno sulle esperienze di impact journalism a livello nazionale e internazionale, per esplorare come integrare gli approcci e le strategie nelle pratiche giornalistiche quotidiane.
Tra i giornalisti italiani impegnati nell’esplorazione di approcci alternativi al giornalismo tradizionale figura Alberto Puliafito: regista, analista dei media e co-fondatore di Slow News, il primo progetto italiano di slow journalism, di cui è direttore.
Alberto Puliafito è anche co-fondatore di IK Produzioni con cui realizza documentari e prodotti audiovisivi per ogni tipo di piattaforma. Con Valerio Bassan ha creato Supercerchio, uno strategy studio indipendente che aiuta brand, creator e media company a potenziare, innovare e monetizzare la propria presenza digitale.
Con un background in ingegneria biomedica, oggi studia comunicazione interculturale ed è molto impegnato nella formazione, copertura giornalistica e sperimentazione di tutto ciò che riguarda le intelligenze artificiali. È autore di “Artificiale”, newsletter di Internazionale sulle intelligenze artificiali, e di “The Slow Journalist”, newsletter sul mondo dei media. Ha inoltre scritto svariati libri di cui l’ultimo è “In principio era ChatGP – Intelligenze artificiali per testi, immagini, video e quel che verrà“, pubblicato con Apogeo.
Slow News, la comunità che ti (e si) informa
Slow News nasce nel 2014 dall’idea di quattro amici: Alberto Puliafito, Alessandro Diegoli, Andrea Spinelli Barrile e Andrea Coccia. Dopo numerosi anni di lavoro nel mondo del giornalismo digitale, hanno deciso di provare a cambiare le regole del gioco, mettendosi in proprio. Oggi Slow News è un progetto di giornalismo sostenibile basato su un rapporto diretto e biunivoco con la comunità di lettori che lo sostiene.
In passato hanno inoltre dato vita a un progetto internazionale della durata di quattro anni, durante il quale hanno visitato oltre dieci redazioni negli Stati Uniti e in Europa. Questo percorso ha dato vita al documentario Slow News, un film corale che esplora le vite, le sfide e le idee di coloro che si impegnano a cambiare le cose attraverso un viaggio tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Rallentare, per un giornalismo più vicino alle persone
In questi anni, insieme a un team di giornalisti e giornaliste, hanno lavorato per creare una comunità che oggi raccoglie migliaia di persone, con l’obiettivo di promuovere attivamente la diversità nel panorama del giornalismo italiano. Slow News racconta di ambiente, cultura, economia, media, politica e tanto altro ancora, mantenendo un approccio aperto e inclusivo per raccontare il mondo da diversi, e ogni volta nuovi, punti di vista.
Possiamo infatti definire Slow News come una rete di persone che si è creata nel tempo e che produce informazione in tanti modi diversi, molto spesso non convenzionali, esprimendo un punto di vista radicale sulle dinamiche più importanti dei nostri tempi. Il progetto nasce dalla convinzione che sia necessario rallentare e creare reti per contribuire a un giornalismo che sia più utile alle persone.