Report 2018 Osservatorio Imprenditorialità Sociale
L’Osservatorio sull’Imprenditorialità Sociale prende avvio nel 2018 per mappare, promuovere e sviluppare l’impresa sociale nelle sue varie forme.
L’ecosistema a impatto sociale annovera sul territorio della città metropolitana torinese oltre 1.900 realtà organizzative, il 47% di quelle regionali: si tratta di un insieme composito, con strutture organizzative e settori di attività economica differenti, ma accomunate dall’obiettivo di generare intenzionalmente un impatto positivo a livello sociale e ambientale, intervenendo su problemi di particolare rilievo per la società e i cittadini. La quasi totalità è rappresentata da forme imprenditoriali (cooperative e imprese sociali) e non imprenditoriali (associazioni di promozione sociale e di volontariato), cui si aggiungono realtà profit, che non appartengono al “Terzo Settore” come comunemente definito, ma che presentano forme di responsabilità sociale d’impresa, da poter essere considerate a tutti gli effetti imprese ad impatto sociale; esistono infine anche altre forme emergenti di imprenditorialità ibride, fra le quali le Start Up Innovative a Vocazione Sociale. Emerge una realtà imprenditoriale “liquida” con potenzialità di ampliamento favorite dal traghettamento del mondo “for profit” verso modelli “ibridi” giuridicamente definiti, a partire da elementi di connessione con quelle realtà già più orientate all’innovazione sociale.
Per queste ecosistema l’esistenza di un impatto sociale della propria attività è riconoscibile, ed è un impatto che si riscontra in diversi ambiti, soprattutto in quelli legati ai servizi alla persona, settore in cui la maggioranza delle imprese sociali opera: assistenza socio-sanitaria, educazione e istruzione, formazione e reinserimento lavorativo. Ne deriva che per tutte queste realtà la misurazione dell’impatto sociale è importante ed è già messa in atto dal 40% dei soggetti, che la realizza in prevalenza con l’ausilio di uno staff interno e l’utilizzo di una metodologia ad hoc: per chi ancora non misura l’impatto, è rilevante la mancanza di informazioni in proposito, l’assenza di necessità ma anche per la convinzione che si tratti un processo troppo lungo e costoso.
Ancora forti, inoltre, gli ostacoli, legati principalmente a difficoltà di carattere amministrativo o burocratico, a una generale debolezza del mercato di riferimento ma soprattutto alla mancanza di risorse finanziarie.
Il tema delle risorse finanziarie è strategico nel limitare o, viceversa, sostenere lo sviluppo di processi di innovazione sociale. Ad oggi, le realtà intervistate adottano ancora prevalentemente strumenti di finanza tradizionale: si tratti di autofinanziamento generato dai ricavi prodotti (65% delle imprese), da fondi dell’imprenditore (27%), o prestiti bancari (il 42%) o finanziamenti pubblici locali (il 32%). Non a caso, è un ecosistema che, quando si rivolge a quei soggetti “intermedi” con funzioni di aggregazione e accompagnamento, lo fa per ricevere principalmente un supporto nell’accesso ai finanziamenti e che riterrebbe utile implementare le azioni di orientamento alle misure finanziarie per soggetti del terzo settore o agli strumenti finanziari di impatto sociale.