Tra le opportunità che gli attori pubblici (e privati) hanno a disposizione per generare impatto sociale e contribuire a un cambiamento sostenibile si inserisce il SRPP (Socially responsible public procurement). Attraverso gli appalti socialmente responsabili, le amministrazioni possono generare un impatto positivo in termini di occupazione, inclusione sociale e accessibilità.
Ogni anno le autorità pubbliche dei paesi dell’UE spendono in appalti pubblici circa il 14% del PIL. Il potenziale per influenzare il mercato sia dal lato della domanda sia dell’offerta e di generare valore sociale è alto tuttavia, gli stati membri non sembrano ancora sfruttare in maniera strategica questo strumento per supportare i propri obiettivi di policy.
La Commissione Europea ha raccolto in un report 71 buone pratiche di appalti pubblici di 27 Paesi (22 Europei e 5 extra UE). Tra queste esperienze alcune adottano strumenti di policy come l’inclusione di clausole occupazionali nei contratti volte a supportare specifici attori del mercato o gruppi svantaggiati (per esempio imprese sociali, persone con difficoltà di accesso al mercato del lavoro, etc.).
Un interessante esperienza è quella del Conseil Régional Grand-Est, in Francia. Diverse autorità pubbliche appaltanti prevedono l’utilizzo di questi strumenti nell’ambito SRPP per la promozione dell’inclusione lavorativa di soggetti con difficoltà di accesso al mercato del lavoro. Nella regione è presente un Network di facilitatori (supportati da fondi pubblici) il cui obiettivo è quello di agevolare l’implementazione di appalti socialmente responsabili. I facilitatori rappresentano il trait d’union tra le amministrazioni pubbliche appaltanti e gli operatori presenti sul mercato, potenziali destinatari dei contratti, come imprese sociali, ONG, centri per l’impiego e altri. I facilitatori supportano le parti coinvolte nella gara in tutta la procedura, dalla fase di progettazione al monitoraggio. Il loro impegno è di lungo termine, lavorano infatti con gli attori del territorio (autorità pubbliche, imprese, servizi per l’impiego, etc.) per pianificare le iniziative SRPP, mappare bisogni e opportunità per una migliore stesura dei contratti e per facilitare l’accesso di potenziali operatori privati individuando eventuali gap di competenze.
Anche la Città di Torino, utilizza uno strumento che condivide gli obiettivi dell’esperienza francese, ossia promuovere l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate attraverso gli acquisti di beni e servizi. Lo strumento è il regolamento 307 ed è stato uno tra i primi in Europa, attivato dalla Città di Torino nel 1998.
il regolamento prevede la stipula di contratti di fornitura con aziende che si impegnano ad assumere e mantenere impiegate persone svantaggiate e/o disabili. Tra gli elementi di valutazione previsti viene incluso il progetto tecnico che descrive la modalità di inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati o disabili prevista dal soggetto partecipante.
Il modello di gestione di questo strumento prevede un supporto nella fase di redazione del modello di gara, nella fase di valutazione del progetto tecnico, in quella di monitoraggio e verifica nonché attività di assistenza agli attori coinvolti nel contratto (PA, servizi sociali, aziende) nella gestione di casi problematici. Attraverso questo strumento nel 2016 sono state impiegate 579 persone, più del 60% donne.
Il rapporto completo che raccoglie pratiche di SRPP è disponibile nella sezione documentazione