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Parla il Regional Manager per il NordOvest Fabrizio Simonini: «Bisogna creare strumenti finanziari innovativi e adeguati servizi impact, per questo cercheremo soprattutto di ascoltare l’ecosistema»

Perché una banca come UniCredit aderisce a Torino Social Impact? Al punto di voler collocare la sede di riferimento nazionale per la divisione Social banking all’interno delle Ogr? Fiuta buoni affari o qualcosa sta cambiando nell’impostazione generale sistema finanziario? «Intanto crediamo che sia un settore su cui si debba investire, ma con molta concretezza, cioè sperimentando bene quello che si sta facendo», risponde Fabrizio Simonini, piacentino, 52 anni, dal febbraio 2019 regional manager del NordOvest di UniCredit: «La solidarietà è una sensibilità che abbiamo nel Dna in terra subalpina, ma oggi c’è necessità di creare strumenti finanziari moderni, ben finalizzati e testati che non siano frutto di improvvisazione».

I tre filoni del social impact

Nel quartier generale di via Nizza a Torino, Simonini incrocia carte, appunti, file e dati. UniCredit ha un milione di clienti in Piemonte, una raccolta di 43,8 miliardi, tremila dipendenti, 243 punti operativi, finanziamenti per famiglie e imprese a quota 11 miliardi. I filoni di impegno del social banking sono tre: il microcredito (293 operazioni per 5,58 milioni di euro nel 2019); l’impact financing (7 progetti per 10,7 milioni) e l’educazione finanziaria. Inoltre, partecipa a Impact Prototypes Labs (IP-Labs), progetto sperimentale per le Pmi del territorio.

«Ritengo un passaggio importante il considerare nella costruzione dei finanziamenti bancari che una quota, anche rilevante possa originarsi con l’utilizzo di fondi impact – argomenta Simonini –. È questo il cambio di approccio nelle operazioni di social banking: oltre a questo noi ipotizziamo di creare dei veri e propri “servizi impact” a disposizione delle imprese dell’ecosistema. Per questo immaginiamo la nostra attività su questo fronte come lab sperimentale per individuare le pratiche più virtuose della impact economy».

UniCredit sta puntando a formare risorse qualificate. Per il momento, nella sede delle Ogr, sono previsti uffici per una quindicina di consulenti professionisti di UniCredit. Ma in questo 2020 sarà operativa una prima task-force di alcuni colleghi. «Dobbiamo ascoltare e capire le esigenze nuove di sharing e cicrcular economy, così come della innovazione sociale – incalza Simonini –. È uno scenario completamente nuovo che si affianca a quello tradizionale e che intendiamo presidiare soprattutto ascoltando».

Le operazioni in corso

Ma come funziona il meccanismo? Analizziamo un caso recente. UniCredit ha stipulato nel 2019 con il fondo immobiliare GERAS 2 gestito da Ream Sgr (partecipata esclusivamente da fondazioni piemontesi di origine bancaria) una operazione da 12 milioni di euro. Hanno acquisito la residenza per anziani “I glicini” a Bra (Cuneo), 92 posti letto, ora in gestione alla Socialcoop, e un immobile in via Belfiore a Torino per farne una residenza universitaria da 350 posti letto diretta dalla società Campus X. ll prestito genererà risorse: potranno venire erogate fino a 2.600 ore di prestazioni sociosanitarie domiciliari a più di 30 anziani del territorio; e circa 15 giovani meritevoli e in condizioni svantaggiate otterranno tariffe ridotte allo Student Housing.

Dunque, una sostenibilità intenzionale, misurabile, generativa. «Sì, è così – continua Fabrizio Simonini –: il fondo è nato con lo scopo di investire in un portafoglio diversificato a destinazione sanitaria, socioassistenziale e turistico-ricettiva con rendimenti di lungo periodo non correlati all’andamento dei cicli economici e quindi di interesse per investitori istituzionali e previdenziali.   La sua strategia immobiliare privilegia l’acquisizione di asset da ristrutturare o appena ristrutturati, consentendo la rigenerazione urbana attraverso la riconversione al nuovo utilizzo. Gli asset sono affidati alla gestione di primari operatori con esperienza consolidata, con cui vengono sottoscritti contratti di locazione a canoni sostenibili nel lungo periodo».

Tra le altre operazioni torinesi “a impatto” di UniCredit – oltre agli accordi storici per le convenzioni stipulate con la Fondazione anti usura CRT e con la Fondazione San Matteo in tema di “concessione prestiti alle potenziali vittime dell’usura” – vanno segnalate l’apertura della sede di Moncalieri della Scuola di formazione di Immaginazione e Lavoro insieme all’Opera Barolo, e l’inaugurazione del Centro medico diagnostico Bea Biella che fornirà servizi medici a prezzi accessibili a migliaia di beneficiari nei prossimi cinque anni.

UniCredit Social Impact Banking, inoltre, ha già operativi in Piemonte cinque accordi locali: due accordi con la Fondazione Operti (il primo nel 2012, il secondo nel 2018), per il sostegno ai nuovi imprenditori; il terzo, operativo nel Novarese, con la Fondazione San Gaudenzio stipulato nel 2014, per il sostegno dei nuovi imprenditori e delle famiglie in difficoltà; il quarto, sempre con la Fondazione Operti (stipulato nel 2018), per il sostegno delle famiglie in difficoltà. «È nato in seguito al caso Comital – precisa Simonini –, ma applicabile a tutte le situazioni di crisi aziendali che impattano su un numero elevato di famiglie»; il quinto, infine, operativo nel Cuneese, sempre a sostegno delle famiglie in difficoltà, garantite con fondi della Fondazione Crc.

Le nuove prospettive

La generatività porta anche a studiare nuove prospettive di sviluppo sul territorio. Per esempio, nel modo di ristrutturare e riconvertire aree industriali dismesse, con un mix bilanciato di investimenti più tradizionali e altri di impatto. «Ci stiamo ragionando a proposito di un importante centro dal prestigioso passato industriale – conclude Fabrizio Simonini –, ma sempre con l’intento di camminare a fianco di imprese e famiglie del territorio. È un po’ il nostro modo di operare nel NordOvest: lo abbiamo riassunto nello slogan “Con-vincere 4.0”. Se non favoriamo la crescita complessiva del sistema, non forniamo un contributo civico apprezzabile».