di Pier Paolo Luciano
Importante traguardo per la cooperativa di credito che ha il record di soci. Il presidente
Cornaglia: “Siamo diventati un modello di buone pratiche grazie a principi in cui crediamo
da sempre”
L’inclusione è anche un colore. Per questo Banca d’Alba ha scelto per l’assemblea annuale il giallo, che evoca sensazioni di calore, felicità e ottimismo, simboli di accoglienza e apertura verso gli altri. D’altronde i vertici della banca di credito cooperativo considerano da sempre l’appuntamento annuale con i soci per approvare il bilancio il momento clou dell’inclusione. E vogliono che ogni socio si senta valorizzato e ascoltato come accade in una comunità aperta al dialogo e alla condivisione. E la risposta è stata da record: quasi 20mila persone (19.940 per l’esattezza su 63.500 in totale) si sono ritrovate ad Alba per esaminare i conti della Bcc con il maggior numero di soci in Italia. Il palcoscenico giusto per festeggiare un altro traguardo: Banca d’Alba è il primo istituto di credito in Italia a ottenere contemporaneamente la certificazione per la parità di genere e le attestazioni su diversità e inclusione e responsabilità sociale d’impresa. Omodei Salé, responsabile Innovazione di Csqa, l’organismo scelto dalla società langarola per il percorso volontario di certificazione, dice: «La responsabilità sociale, la diversità e l’inclusione e la parità di genere sono strumenti fondamentali per un’azienda che si impegna di fronte ai dipendenti, stakeholders e istituzioni».
Una buona pratica che ha già dato i primi effetti: l’Abi ha “convocato” Banca d’Alba per spiegare alle altre banche il percorso di sviluppo sostenibile che si è concluso con la certificazione sulla parità di genere e le attestazioni su diversità e inclusione e responsabilità sociale. «Alcune aziende del territorio ci hanno chiamato per sapere come si fa e come funziona la certificazione. E anche altre Bcc. Siamo diventati un modello virtuoso» spiega il presidente Tino Cornaglia, che più di tutti ha spinto perché si riconoscesse la banca come punto di riferimento in termini di etica e sostenibilità. «Tutto è nato durante l’assemblea di un anno fa con l’impegno di compensare le emissioni generate dall’evento nel rispetto della regola “carbon neutral».
Un percorso che si è rivelato forse più complicato di quello immaginato ma anche stimolante e che ha potuto contare sin dall’inizio sul coinvolgimento di tutti: la testa e il corpo di Banca d’Alba, che oggi ha 530 dipendenti, in maggioranza donne e 74 filiali che coprono dall’alto Piemonte alla Liguria. «Un’occasione costante di confronto che ci ha permesso di guardare alla nostra organizzazione interna con un occhio diverso, comprendendo il nostro posizionamento in termini di inclusione, parità di genere, impegno sociale e tutela della sfera ambientale: valori cui teniamo da sempre» riassume Enzo Cazzullo, direttore generale di Banca d’Alba.
La sostenibilità come bandiera e l’impegno concreto sul territorio nel segno dell’economia d’impatto. Per esempio restituendo ad Alba un pezzo della sua storia. La Bcc ha deciso di trasformare l’ex stabilimento RotoAlba dove un tempo i Paolini stampavano “Famiglia cristiana” in un auditorium. «Una struttura nel centro di Alba chiusa da una decina di anni ma che per molti resta un simbolo: negli anni di punta ci hanno lavorato fino a seicento persone – spiega Cornaglia -. Nel giro di due tre anni diventerà un punto di riferimento per la città. Ci organizzeremo le nostre assemblee, ma potrà essere utilizzato anche per eventi come il Festival Collisioni o mostre e esposizioni. Insomma, una struttura per Alba. Con all’esterno mille alberi, piantati per ridurre l’impatto dei lavori sull’ambiente. Abbiamo voluto questo progetto come lascito importante a tutta la comunità, segno della centralità di questo territorio per noi. Un’iniziativa che punta a sostenere il tessuto economico locale, offrire nuove opportunità a tutti gli organizzatori di eventi, consentendo ad Alba di proporsi finalmente con una sede adeguata per congressi e simposi». I lavori saranno finanziati con gli utili della banca che nel 2023 hanno raggiunto i 78,2 milioni. Il 70 per cento è destinato a rafforzare il patrimonio, una parte del resto viene destinato come beneficienza alla Fondazione che gestisce le attività sociali e culturali targate Banca d’Alba. Per esempio nella sanità, con una rete di sei centri medici (l’ultimo a Vische, nel Canavese). Sono più di seimila i soci che, nel 2023, hanno beneficiato di quasi 70 mila visite e terapie gratuite. «Perché vogliamo essere un supporto anche sociale del nostro territorio» conclude Cornaglia mentre già pensa alla prossima sfida: migliorare gli standard di certificazione: «Diciamo che abbiamo preso tanti sette e otto, ma possiamo puntare a una pagella ancora più bella sui nostri principi». Una prima mossa è già stata messa in campo: un tour nelle scuole. Per educare alle buone pratiche sin da bambini.
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