Il parere del CESE che chiede alla Commissione Europea una nuova strategia d’azione europea per gli appalti pubblici.

Lo scorso 23 ottobre il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha approvato un parere sul potenziale del public procurement per le imprese dell’economia sociale; nel testo, si sottolinea che per le imprese dell’economia sociale è fondamentale avere accesso agli appalti pubblici, e che è importante stabilire criteri innovativi, con un valore reale e non solamente commerciale, che tengano in considerazione gli impatti positivi a livello sociale, ecologico e di prossimità territoriale.

Oggi il 14% del PIL Europeo, circa 15000 miliardi di euro, vengono spesi in appalti pubblici; secondo un recente rapporto sull’impatto sociale del public procurement, tuttavia, la maggior parte dei contratti pubblici vengono ancora assegnati basandosi solo sull’offerta economicamente più vantaggiosa, senza includere nel processo di scelta considerazioni ambientali, sociali e di innovazione. 

Nel documento approvato dal CESE si sottolineavano cinque ostacoli principali per la diffusione delle pratiche di public procurement: 

  1. le differenze con cui gli Stati Membri avevano recepito la Direttiva del 2014
  2. una scarsa conoscenza della direttiva da parte degli enti responsabili dell’assegnazione dei contratti pubblici
  3. le difficoltà nell’implementare la direttiva
  4. il sottosviluppo degli ecosistemi dell’economia sociale
  5. la scarsa conoscenza, da parte del settore pubblico, delle imprese sociali locali

Il CESE chiede quindi alla Commissione Europea di approvare il prima possibile una strategia d’azione europea sul public procurement e di modificare alcuni degli articoli della Direttiva del 2014, in modo da renderla più efficace, sottolineando come le esperienze di questi anni abbiano dimostrato che il public procurement possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi sociali dell’Unione.

Per approfondire il documento, visita il sito del CESE