Come si può promuovere il benessere in azienda? Quali strategie permettono di favorire una cultura inclusiva? E cosa significa essere un “manager della felicità”?
Quando, nel 2024, il gruppo della Comunità di pratica sulle Società Benefit ha iniziato a pianificare gli incontri della seconda edizione del percorso Fit4benefit, è emersa la necessità di dedicare uno spazio di approfondimento a un tema di grande attualità e rilevanza per le organizzazioni. Questo interesse ha portato alla definizione del titolo del primo incontro del 2025: “Organizzazioni positive e sistemi di gestione per la parità di genere”.
Per approfondire questo tema, la Comunità di pratica si è avvalsa della competenza di due partner esperti nel settore: Uomo e Ambiente Srl SB e Clover Srl SB. Durante l’evento di venerdì 24 gennaio, le due organizzazioni hanno avuto l’opportunità di condividere con il gruppo testimonianze ispiratrici, esperienze significative e preziose conoscenze. Per via della centralità dell’argomento affrontato, inoltre, l’incontro ha visto per la prima volta, nell’ambito del progetto Comunità di pratica, la convergenza tra la Comunità di pratica Società Benefit e quella sulla Parità di genere. Un’occasione preziosa, per favorire il dialogo e lo scambio su un tema di interesse comune.
Dopo i saluti di Torino Social Impact, Monica Cerutti – esperta di politiche di inclusione sociale e di genere, nonché guida della Comunità di pratica sulla Parità di genere – ha condiviso con il gruppo il percorso avviato a maggio 2024, sottolineando l’importanza di una maggiore attenzione, come singoli e come organizzazioni, al tema della parità di genere.
Benessere e felicità nelle organizzazioni
Durante l’incontro Nunzia Giunta, founder di Uomo e Ambiente, ha guidato la riflessione sui temi del benessere, della felicità – così come dell’infelicità – in ambito lavorativo, sottolineando l’impatto delle emozioni e l’importanza di favorire una cultura aziendale inclusiva.
Come ha illustrato, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme globale, definendo la depressione come la principale causa di disabilità nel mondo e si prevede che, entro il 2030, diventerà la malattia mentale più diffusa. Ma allora, come è possibile invertire la rotta?
Dall’intervento è emerso come la felicità sia una competenza che può essere costruita e allenata: il 40% di essa dipende dalle nostre scelte intenzionali, ovvero dai comportamenti consapevoli con cui scegliamo di agire e vivere la nostra vita.
Con un focus sul tema delle organizzazioni, ha illustrato l’importanza di sviluppare processi organizzativi che facilitino l’attuazione dei 4 pilastri della scienza della felicità. Ad esempio, creando ambienti collaborativi e inclusivi che combattono l’individualismo, oppure attuando politiche di wellness che favoriscano il legame fra i lavoratori e l’azienda. Fondamentali sono poi la valorizzazione delle diversità e dei talenti, gli spazi di ascolto individuali o la creazione di un clima di fiducia dove le persone si sentono incluse e libere ad esporre le proprie idee.
L’intervento si è infine concluso con la condivisione di una frase di Adriano Olivetti, mai come oggi di grande attualità: “Io voglio che l’azienda non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici!”.
Parità di genere, disparità e stereotipi
Nella seconda parte dell’incontro, Giulia Gallotti e Sabrina Rapetti, founder di Clover Srl Sb, hanno approfondito il tema della parità di genere. Come hanno illustrato, il Global Gender Gap Report 2023 colloca l’Italia al 79° posto su 146 Paesi, con un arretramento di 16 posizioni rispetto all’anno precedente. Inoltre, si stima che l’Unione Europea raggiungerà la parità di genere tra 67 anni, mentre per l’Italia i tempi saranno ancora più lunghi.
Per colmare queste disparità, è necessario implementare azioni concrete. Tra queste, si è parlato di garantire che le donne e gli uomini siano parimenti retribuiti per lo stesso lavoro e per un lavoro di pari valore; rendere operative le norme dell’UE sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata, oppure di migliorare l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia e ad altri servizi di assistenza di qualità elevata e a prezzi accessibili.
L’incontro ha affrontato anche il tema degli stereotipi, dei pregiudizi e delle molestie sul luogo di lavoro, evidenziando l’importanza di contrastare i bias che alimentano discriminazioni di genere, culturali ed etniche. È stato inoltre approfondito il tema della Certificazione sulla parità di genere, regolata dalla Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, che mira a misurare e colmare i gap esistenti, integrando il principio della parità di genere nel DNA delle organizzazioni.
L’evento si è infine concluso con un’attività laboratoriale dedicata alla parità di genere, offrendo al gruppo l’opportunità di esplorare il tema in modo pratico e interattivo. Un momento prezioso per riflettere su come contribuire in prima persona a costruire un futuro più inclusivo e rispettoso dei diritti di tutti e tutte.