Impresa Accogliente, gli incentivi per chi dà lavoro

Impresa Accogliente, gli incentivi per chi dà lavoro

Passa anche attraverso gli incentivi a chi offre lavoro la via per trovare un’occupazione alle persone che stanno terminando di scontare una pena al di fuori del carcere. Sono tante queste persone sottoposte alle cosiddette misure alternative, con detenzioni domiciliari, affidamenti in prova, libertà vigilate, circa 5 mila l’anno scorso, quasi 3 mila nella sola provincia di Torino, dove opera La goccia di Lube col Progetto Impresa Accogliente.

Offrire una chance di lavoro a queste persone è una scelta di civiltà, di bene per la comunità civile, perché senza lavoro è enormemente difficile ricominciare. Ma se ci sono imprenditori (della cooperazione come dell’impresa tout court) generosi, accoglienti, lungimiranti – e ci sono – avere un corrispettivo in incentivi finanziari o fiscali vuol dire dare valore alla loro disponibilità sociale.

Sono previsti incentivi per le persone che noi proponiamo alle imprese in tirocinio o a contratto? La risposta è sì. Un sì che ha diverse modulazioni. Vediamole.

Prendiamo il caso più diffuso: ospitare in azienda tirocini formativi. Questa forma di pre-inserimento lavorativo, che non prevede purtroppo per i soggetti beneficiari il versamento di contributi pensionistici, è però molto utile per queste persone perché hanno un’occasione di farsi conoscere e apprezzare. Anche se, va detto, gli “stipendi” dei tirocini a tempo pieno sono veramente “poveri”. Ma per ripartire, lo diciamo sempre ai nostri speciali utenti, sono utili. Noi utilizziamo tre tipi di tirocinio.

In primis, il tirocinio che deriva dal Programma GOL, acronimo di Garanzia occupabilità dei lavoratori, che, con i fondi del Pnrr, finanzia tirocini nelle imprese per sei mesi di lavoro a 600 euro al mese per il tirocinante, anticipati dall’impresa, che viene rimborsata successivamente dalla Regione fino a 3 mila euro per il semestre. Noi trattiamo questi tirocini in stretto rapporto on l’Agenzia Piemonte Lavoro, partner del Progetto impresa Accogliente, e con i Centri per l’impiego della provincia di Torino.

C’è poi il Progetto Logos dell’Ufficio Pio del san Paolo che per soggetti particolarmente fragili mette in campo un contributo per il lavoratore di 700 euro al mese per sei mesi.

Infine, noi utilizziamo il Progetto FMP, acronimo di Formazione Mobilità Professionale, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, rivolto alle persone con più di 29 anni, con fascia di reddito Isee non superiore ai 25 mila euro. Esiste una analoga misura di sostegno per chi ha meno di 29 anni chiamata Life 4 Youth. FMP, in ogni caso, è gestito da Piazza del Lavoro, Immaginazione e Lavoro, Compagnia delle Opere e Fondazione Operti. Qui il contributo per il tirocinio è fino a 750 euro per il tirocinante al lavoro (in Life 4 Youth scende però a 600 euro) FMP prevede tirocini con una prima mensilità a carico del Progetto o molte di più a seconda che l’impresa si impegni ad assumere da quattro a undici mesi o da dodici in su. Per i soggetti più svantaggiati il tirocinio gratuito per l’impresa può anche essere per i primi tre mesi, ma dal quarto ci deve essere un impegno ad assumere. Le modulazioni di questo progetto sono tante e sono molto tarate sulla situazione della persona, specie sul suo livello di studi (scuola media o diploma o anche la laurea). Per districarsi in questi benefici occorre rivolgersi agli enti che trattano questo importante Progetto e noi possiamo indicare i referenti con cui interloquire.

Ma ci sono anche incentivi in caso di contratti veri e propri. E’ quanto prevede il Decreto Coesione valido per tutto il 2025. Vi può accedere qualsiasi disoccupato, quindi anche i soggetti da noi seguiti. Il provvedimento rifinanzia la Legge 92/12 e prevede che in caso di assunzione di lavoratori, uomini o donne, di età superiore a 50 anni, disoccupati da almeno 12 mesi, il datore di lavoro abbia diritto a una riduzione dell’aliquota contributiva a suo carico nella misura del 50 per cento, per un periodo variabile a seconda che il contratto sia a tempo determinato (12 mesi) o indeterminato (18).

Per i giovani under 35, se l’impresa assume con contratto a tempo indeterminato per ruoli non dirigenziali avrà un esonero per 24 mesi dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali nel limite massimo dei 500 euro su base mensile. Lo stesso beneficio riguarda contratti a tempo indeterminato per donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi. L’esonero del 100 per cento dei contributi non può superare i 650 euro mensili. Noi seguiamo adulti over 50, giovani under 35 e donne di qualsiasi età, dunque questi benefici sono applicabili anche ai loro casi.

Esiste poi la possibilità di dedurre il 130 per cento del costo del lavoro per particolari situazioni grazie al Dlgs 112/2017 e la legge 216/2023. Per accedere a queste agevolazioni esistono condizioni particolari. Per esempio, bisogna assumere persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non posseggano un diploma di scuola media superiore o professionale o aver completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni; oppure persone che vivono con una o più persone a carico sostenendo da soli il nucleo familiare. Il beneficio può essere utilizzato nell’assunzione di disabili, di mamme con almeno due figli, di ex percettori del reddito di cittadinanza, oppure donne vittime di violenza. ci sono poi altri casi, tuttavia si consiglia di sondare questo filone di sgravi con l’aiuto del proprio consulente del lavoro.

Ci sono poi i benefici che riguardano il mondo cooperativo, in particolar modo le coop sociali di tipo B. Lo prevede la legge 381/1991. Queste cooperative possono essere esentate dal pagamento delle aliquote previdenziali e assistenziali nel caso in cui assumano persone detenute comprese quelle che sono in misura alternativa alla detenzione.

Se poi si tratta di persone detenute, internate nelle carceri, ammissibili al lavoro esterno, e noi cominciamo ad avere qualche caso di questo tipo da seguire, le imprese possono accedere alla cosiddetta legge Smuraglia, la 193 del 2000, che prevede un credito di imposta di 520 euro al mese. Per le cooperative anche la riduzione del 95 per cento delle aliquote contributive. Da tempo La goccia di Lube si batte perché questi benefici possano essere estesi anche all’assunzione di persone in misura alternativa. Una battaglia che continuiamo a voler perseguire.

Silvia Lessona
Adriano Moraglio

la goccia di lube - i numeri del 2024

Primo bilancio del Progetto Impresa Accogliente

Venti tra contratti di lavoro, tirocini, corsi di formazione e lavoro volontario a beneficio di persone che stanno scontando la loro pena fuori dal carcere, con le cosiddette misure alternative, o l’hanno già terminata. Nello stesso periodo, 70 persone prese in carico tra adulti (59) e giovani adulti (11), 54 imprese e cooperative incontrate e contattate e 31 che hanno dato la disponibilità a offrire lavoro a chi ha avuto problemi con la giustizia. Ventisei i colloqui di lavoro effettuati. Senza dimenticare le 8 persone che, dopo o durante un’attività di accompagnamento, sono state in grado di trovare lavoro autonomamente.

Questi numeri, come i numeroni individuati anche nella fotografia di copertina,sono alcuni dei risultati raggiunti nel 2024 dal Progetto Impresa Accogliente, promosso dall’organizzazione torinese di volontariato La goccia di Lube ETS, con il sostegno finanziario della Regione Piemonte, partito nel giugno scorso, che ha permesso di destinare due persone a tempo parziale all’organizzazione degli interventi. Il primo bilancio del progetto è stato presentato il 12 dicembre a Torino nel salone incontri dell’Ufficio pastorale migranti dove l’associazione La goccia di Lube, capofila del network, opera con colloqui e riunioni. Al convegno hanno partecipato il consigliere regionale Silvio Magliano, le direttrici dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna e dell’Ufficio servizio sociale per i monirenni, Antonella Giordano e Laura Angius, e il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Torino, Marco Viglino.

L’iniziativa del Progetto Impresa Accogliente vuole dare una risposta a un fenomeno rilevante ma ai più sconosciuto, quello delle persone che scontano all’esterno del carcere gli ultimi o alcuni periodi di detenzioneIn Italia a fine 2023, erano intorno alle 70 mila unità, almeno quanto – se non di più – i detenuti ristretti in carcere, di cui circa 3000 nella sola area del Torinese e dell’Astigiano, competenza dell’Uiepe di Torino (Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna) e circa 5000 in tutto il Piemonte. Una realtà da affrontare in modo serio e risoluto.

Queste persone sono tra noi, anche se non ce ne accorgiamo, e sono tante – dice Bianca Eula, responsabile della presa in carico degli utenti e per i volontari, che proprio con loro, ogni giorno, è al fianco delle persone che scontano la pena fuori dal carcere, segnalate da Uiepe di Torino e Ussm (Ufficio servizio sociale per i minorenni) –. Scontando la pena fuori dal carcere, hanno spese da affrontare, come noi tutti. E, senza avere un lavoro, sono a forte rischio di recidiva. Il lavoro è per loro una vera chance di rinascita. Ma per potervi accedere, hanno bisogno di essere accompagnati anche per i dettagli più scontati: non avere la patente, ad esempio, significa essere tagliati fuori da una lunga serie di opportunità. Quindi, come Associazione, cerchiamo anche enti disponibili a finanziare il corso di guida, il cui costo è spesso insostenibile per queste persone. Si tratta, inoltre, di persone molto spesso con bassa scolarità e che debbono ricostruirsi una cultura del lavoro. I nostri volontari le affiancano in ogni fase e le aiutano a ritrovare la fiducia in sé stesse, oltre che gli strumenti necessari per superare questi limiti.

Dei 70 soggetti tra uomini e donne presi in carico a oggi dall’associazione, 20 sono sottoposti a detenzione domiciliare, 36 sono in affidamento in prova al servizio sociale, 1 in libertà vigilata e 2 sono in stato di messa alla prova. Le altre 11 persone sono giovani adulti sottoposti a misure alternative specifiche.

Appena prendiamo in carico queste persone – dicono Adriano Moraglio e Dario Valenzano, rispettivamente presidente e vicepresidente de La goccia di Lube – facciamo dei colloqui per capire le loro competenze e aspirazioni in modo tale da poterle valorizzare. Durante questi colloqui abbiamo individuato una prevalenza di professionalità legate all’edilizia, alla piccola manutenzione, alla manovalanza e alla ristorazione. L’età media degli adulti colloquiati si aggira intorno ai 40 anni, mentre i giovani adulti sono 20enni.”

Abbiamo bisogno di aziende coraggiose – è l’appello di Silvia Lessona, a cui sono affidati i rapporti con cooperative e imprese – Con altri volontari abbiamo lavorato in questi mesi per costruire una rete di soggetti imprenditoriali disposti a scommettere sul positivo, a superare gli stereotipi sulle persone che hanno sbagliato. Ad oggi abbiamo effettuato 75 incontri con singole imprese, cooperative, enti datoriali e finora sono 31 le imprese e coop tra le 54 incontrate e contattate che si sono dette disponibili a diventare imprese accoglienti. Attualmente sono sei le imprese profit o le coop sociali che hanno dato lavoro a queste persone, fregiandosi tra l’altro, della targa Impresa Accogliente prevista dal Progetto. Tali numeri, per quanto ancora minimi, sono incoraggianti e danno la misura del lavoro che deve essere ancora compiuto dal Progetto Impresa Accogliente a fianco degli imprenditori.”

La prima azienda che ha ottenuto il riconoscimento di “Impresa Accogliente” è la Market Service di Givoletto, specializzata nell’allestimento di grandi magazzini e supermercati in tutt’Italia. Altre targhe di “Impresa Accogliente” sono state attribuite a: The Promoland di Volpiano; la cooperativa Raggio di Torino; la cooperativa Frassati; la coop sociale Barbara B di Torino e Cooperativa Amico, di Almese.

Tra i parner del Progetto Impresa Accogliente spiccano anche i nomi di Unione Industriali Torino attraverso il Tavolo De&i (Diversity, Equity and Inclusion), Api Torino e Api FormazioneConfcooperative Piemonte Nord, Confesercenti TorinoCollegio costruttori Ance Torino e la sua scuola edile, la Fsc, e poi l’Agenzia Piemonte Lavoro con i suoi centri per l’impiego dell’area metropolitana torinese, la Compagnia delle OpereL’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, le agenzie formative Immaginazione e Lavoro e Casa di Carità Arti e Mestieri, l’agenzia per il lavoro Adecco con la sua sezione Diversity and Inclusion. Sostiene il Progetto anche Volontariato Torino.

Confronti sono in corso con altre realtà esterne al Progetto, come Unimpiego Torino, il centro formativo salesiano Cnos-FapConfartigianato TorinoConfagricoltura Torino e Scuola Camerana, per ampliare la ricerca di opportunità lavorative e formative per le persone sottoposte a misure alternative al carcere.

Centrale è dunque per i volontari de La goccia di Lube poter trovare posti di lavoro, con tirocini e assunzioni, che permettano a chi è in detenzione domiciliare o in affidamento in prova al servizio sociale, oppure in libertà vigilata (le tre principali situazioni giuridiche sulle quali interviene il Progetto), di poter sopravvivere al rientro nel mondo sociale e di poter respingere le lusinghe di una possibile reiterazione dei reati che avevano portato tali persone a essere condannate e rinchiuse in carcere. Un beneficio per il singolo e per l’intera società. Un intervento che va incontro al bisogno di sicurezza sempre più avvertito tra la popolazione.

L’associazione La goccia di Lube, anche grazie al Progetto Impresa Accogliente, ha aderito recentemente alla piattaforma Torino social impact.

numeri del 2024 La goccia di Lube

conferenza

Un anno decisivo per il Progetto Impresa Accogliente

In un anno 20 tra contratti di lavoro, tirocini e corsi di formazione (comprese le scuole-guida per le patenti B) a beneficio di persone che stanno scontando la loro pena fuori dal carcere con le cosiddette misure alternative o l’hanno già terminata. Nello stesso periodo 67 persone prese in carico tra adulti (55) e giovani adulti (12), 19 imprese e cooperative che hanno dato la disponibilità a offrire lavoro a chi ha avuto problemi con la giustizia, 24 colloqui di lavoro effettuati, 3 persone avviate al volontariato come forma di restituzione sociale. Senza dimenticare le 8 persone che, dopo e durante un’attività di accompagnamento, hanno trovato lavoro autonomamente. Sono alcuni dei risultati con i quali il Progetto Impresa Accogliente – promosso dalla torinese organizzazione di volontariato La goccia di Lube ETS – si sta avvicinando alla fine del 2024 dopo la prima fase sperimentale che si è svolta da gennaio a maggio e con quella ufficiale, partita dallo scorso giugno in poi. Un viaggio, quello dei volontari de La goccia di Lube nel mondo della ricerca di opportunità di lavoro, che ha potuto contare sul sostegno di un alleato importante, la Regione Piemonte, che con un finanziamento ha permesso ai promotori di dedicare due figure professionali alla realizzazione del Progetto, a coordinamento delle attività di una rete di oltre 35 volontari.

Si tratta di risultati che descrivono l’esistenza di un altro mondo che vive di fiducia e di disponibilità a offrire una seconda opportunità a chi ha sbagliato contro le persone e la società, diverso da quello al quale ci abituano le notizie della cronaca nera. Un mondo popolato da volontari che offrono il proprio tempo libero per il bene e il riscatto umano degli altri, un mondo dove gli imprenditori, alcune principali associazioni di categoria e rinomate agenzie formative contribuiscono alla rinascita, alla crescita umana e professionale di adulti e giovani, applicando così, a volte forse inconsapevolmente, il desiderio che ognuno ha di aiutare chi sta peggio e vuole tornare a una vita onesta e responsabile. Un modo – anche – per rendere concreto il dettato della Costituzione che parla di “rieducazione dei condannati”.

Tutto questo quadro è emerso al webinar – condotto da Alessandra Giannino – che l’Unione industriali di Torino ha voluto organizzare il 12 novembre scorso per le aziende confindustriali che hanno aderito al cosiddetto Tavolo De&i (Diversity, Equity and Inclusion) sulla responsabilità sociale d’impresa. A queste è stato presentato il Progetto, le sue finalità e i suoi primi risultati, descritti nelle relazioni delle coordinatrici del Progetto Bianca Eula (responsabile della presa in carico degli utenti e e punto di riferimento dei volontari) e Silvia Lessona (a cui sono affidati i rapporti con cooperative e imprese), oltre al vicepresidente de La goccia di Lube, Dario Valenzano.

I relatori del webinar nella sede dell’Unione industriali a Torino, da sinistra Dario Valenzano, la moderatrice Alessandra Giannino, Luca Ordazzo, Silvia Lessona, Bianca Eula, Massimiliano Manera e Marianna Carlini.

E’ stato solo il primo passo di un coinvolgimento dell’ente confindustriale nel Progetto Impresa Accogliente di cui è partner insieme con un nutrito gruppo di collaboratori, e che avrà ulteriori sviluppi nei prossimi mesi. Tra i collaboratori del Progetto Impresa Accogliente spiccano anche i nomi di Api Torino e Api Formazione, Confcooperative Piemonte Nord, Confesercenti Torino, Collegio costruttori Ance Torino e la sua scuola edile, la Fsc, e poi l’Agenzia Piemonte Lavoro con i suoi centri per l’impiego dell’area metropolitana torinese, la Compagnia delle Opere, L’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, le agenzie formative Immaginazione e Lavoro e casa di Carità Arti e Mestieri, l’agenzia per il lavoro Adecco con la sua sezione Diversity and Inclusion. Sostengono il Progetto, con servizi e consulenze, anche Volontariato Torino, il creativo Massimiliano Manera e l’agenzia di comunicazione Master Communication. Nel corso del webinar, Manera ha descritto l’ideazione del brand “Impresa Accogliente” mentre Marianna Carlini, di Master Communication, ha illustrato le strategie di comunicazione del Progetto e le prime pubblicazioni e uscite sui media di carta e digitali, grazie al contributo di Serena Ravazzotti. Confronti sono in corso anche con altre realtà esterne al Progetto, come Unimpiego Torino, il centro formativo salesiano Cnos-Fap ,Confagricoltura Torino e Confartigianato Torino, per ampliare la ricerca di opportunità lavorative e formative per le persone sottoposte a misure alternative al carcere che La odv La goccia di Lube prende in carico su segnalazione dell’Uiepe (l’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna) di Torino e l’Ussm, l’Ufficio servizio sociale per i minorenni che dipende dal Centro di giustizia minorile. Il ruolo principale delle associazioni datoriali nell’ambito del Progetto è quello di individuare aziende alle quali proporre di far parte della rete delle “imprese disponibili” a diventare “imprese accoglienti” offrendo lavoro.

Centrale è dunque per i volontari de La goccia di Lube poter trovare posti di lavoro con tirocini e assunzioni che permettano a chi è in detenzione domiciliare o in affidamento in prova al servizio sociale, oppure in libertà vigilata – le tre principali situazioni giuridiche sulle quali interviene il Progetto – di potersi mantenere al rientro nel mondo sociale e di poter respingere le lusinghe di una possibile reiterazione dei reati che avevano portato tali persone a essere condannate e rinchiuse in carcere.

La prima azienda che ha potuto fregiarsi del riconoscimento di “Impresa Accogliente” è la Market Service di Givoletto, impresa specializzata nell’allestimento di grandi magazzini e supermercati in tutt’Italia. Nel corso della prevista conferenza di fine anno, il prossimo 12 dicembre a Torino, saranno consegnate altre targhe dell’”Impresa Accogliente” a riconoscimento dell’impegno a offrire posti di lavoro già profuso dalle società The Promoland di Volpiano, la cooperativa Raggio di Torino, la cooperativa Frassati e la coop sociale Barbara B. Al webinar è intervenuto Luca Ordazzo, della Market Service, che ha spiegato le ragioni della scelta aziendale di offrire opportunità di lavoro a ben tre persone segnalate da La goccia di Lube. L’imprenditore torinese ha concluso il suo intervento-testimonianza “ringraziando tutte le persone che collaborano al Progetto Impresa Accogliente per il loro lavoro, sperando che si riesca a creare un binario diretto con le aziende e le istituzioni cercando, dove possibile, di snellire o facilitare i processi di inserimento e creare tante opportunità di lavoro e di… vita.”