Lunedì 11 novembre, dalle 14 alle 16, si è tenuto il corso “Impact journalism: storie che fanno la differenza”: il terzo di un ciclo di webinar inserito nella cornice dell’iniziativa Torino Impact Journalism, patrocinata da Social Impact Agenda per l’Italia, che mira a esplorare come il giornalismo possa promuovere il cambiamento, coinvolgendo tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese, per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali.
Storie e testimonianze dei pionieri del giornalismo d’impatto
Nell’attuale panorama mediatico, approcci innovativi stanno rivoluzionando il modo di raccontare le notizie. Esperienze come il solutions journalism negli Stati Uniti e il constructive journalism in Europa dimostrano come sia possibile andare oltre la semplice informazione, mettendo al centro storie che offrono soluzioni concrete e promuovono un cambiamento positivo. L’obiettivo di questi approcci è creare una narrativa capace di ispirare e coinvolgere le comunità, affrontando i problemi con uno sguardo orientato all’azione.
Il webinar “Impact Journalism: storie che fanno la differenza” ha dato voce a queste esperienze, riunendo relatori nazionali e internazionali per condividere le proprie storie e mettere in luce esperienze concrete e di successo. Il corso, moderato da Maria Chiara Voci, giornalista e autrice del gruppo Sole 24 Ore, è stato un’occasione per far dialogare il giornalismo italiano con quello internazionale, fornendo utili spunti di riflessione e confronto.
Ad aprire il dialogo è stata Mariia Bohdanovska, Digital Analyst di Rubryka. Grazie alla sua testimonianza, ha offerto una prospettiva sull’impact journalism in un contesto di guerra, raccontando l’esperienza di Rubryka, testata ucraina che affronta questioni complesse attraverso il solutions journalism. Bohdanovska ha condiviso esempi di come una storia, che documentava le difficoltà di una comunità colpita dalla guerra, abbia ispirato azioni concrete per il suo sostegno. Ha inoltre illustrato come Rubryka utilizzi strumenti specifici per misurare l’impatto delle sue storie e di come un approccio costruttivo possa ridurre la polarizzazione nei lettori, favorendo un senso di comunità e speranza.
Camilla Soldati è Content coordinator di LifeGate, organizzazione che supporta le imprese per migliorare la propria sostenibilità attraverso un’attività di consulenza, comunicazione strategica e l’adesione a progetti ambientali. Ha raccontato come la testata stia sviluppando storie di impatto e illustrato qual è il criterio che la guida attraverso esempi concreti e casi studio che hanno avuto un impatto tangibile sulle comunità e sull’ambiente.
In seguito, Alberto Puliafito ha raccontato qual è la visione che muove Slow News, progetto editoriale che ha co-fondato e di cui è il Direttore. Grazie a un recente grant per il giornalismo d’impatto, Slow News sta attualmente sviluppando un’inchiesta specifica. Inoltre, Alberto Puliafito ha illustrato le difficoltà quotidiane incontrate, come il bilanciare le esigenze economiche con la necessità di approfondire storie di slow journalism.
Infine, Christian de Boisredon ha chiuso il webinar raccontando la nascita di Sparknews, un’organizzazione che da anni lavora con media di oltre 50 Paesi per promuovere l’impact journalism. De Boisredon ha condiviso le sfide affrontate nel coordinare una rete globale di giornalisti con culture e priorità diverse. Progetti come l’Impact Journalism Day sono stati esempi concreti di come Sparknews riesca a mantenere un approccio costruttivo e orientato alle soluzioni, garantendo che le storie pubblicate abbiano un impatto misurabile.
Nel complesso, il webinar ha rappresentato un momento di confronto su progetti che stanno concretamente generando un cambiamento positivo sulle persone e sulle comunità di tutto il mondo. Dalle diverse testimonianze, è emerso un messaggio potente: non basta raccontare notizie interessanti, è fondamentale che queste siano capaci di ispirare azioni concrete e generare un impatto reale.